Storia dei campi IPTC

Il primo standard prodotto dall’IPTC (International Press Telecommunications Council) nel 1979, la Recommendation 7901, riguardava soltanto la catalogazione di testi scritti per lo scambio tra agenzie di stampa, giornali e altri professionisti dell’informazione.

IIM (IPTC Information Interchange Model)

A partire dal 1990, l’IPTC cominciò a collaborare con la Newspaper Association of America (NAA) per trovare un modello di catalogazione applicabile non solo ai testi, ma a tutte le risorse dell’informazione, come foto, audio, video ecc.
Nel 1991, il risultato di questa ricerca fu l’IPTC-NAA Information Interchange Model (IIM). In pratica, si trattava di un lungo elenco di campi da compilare. Adobe, l’azienda che produce Photoshop, nel 1994 prese da questo IPTC (IIM) solo alcuni campi, quelli più adatti a descrivere le foto, e li inserì nel File Info (il form per scrivere i metadati) di Photoshop. Questo form offriva un grande vantaggio: mentre prima la foto e i suoi metadati viaggiavano separati, col rischio di perdersi, ora era possibile  immetterli direttamente nel file.
La grande diffusione di Photoshop diede una spinta decisiva all’uso dello standard IPTC per gestire i metadati delle foto. Dopo Photoshop,  lo hanno usato e lo usano ancora per l’inserimento dei metadati anche la maggior parte degli altri software per il photo editing e la gestione di archivi fotografici.
Ciascuno di questi programmi utilizza una parte dei campi dell’IIM (detti semplicemente “campi IPTC”), conservandone o modificandone i nomi originari. Per esempio nell’Info File di Photoshop, il campo Byline dell’IPTC (IIM) è diventato prima Author e poi, nelle ultime versioni del programma, CreatorCredit è diventato Provider in CS4, Credit line in CS5.
Con l’avvento di Internet e del digitale, che richiedevano nuovi modelli di catalogazione, nel 1997 lo sviluppo dell’IIM di è stato “congelato” dall’IPTC (l’ultima versione è la 4.1). Ma i suoi campi sono rimasti alla base dei criteri di catalogazione delle foto digitali.

XMP (Extensible Metadata Platform)

Negli anni ’90 Internet ha messo in crisi anche il vecchio pannello File Info di Photoshop, la finestra attraverso la quale compilare i campi IPTC, perché il formato in cui venivano registrati i metadati inseriti non era in linea con i nuovi standard del web per i metadati: RDF (Resource Description Framework) e XML (eXtensible Markup Language).Così Adobe studiò un nuovo standard per scrivere i metadati delle immagini con Photoshop che fosse compatibile con RDF/XML e più flessibile di quello precedente che, per esempio, non consentiva di inserire facilmente nuovi campi. Questo nuovo formato, derivato da XML, si chiama XMP (Extensible Metadata Platform).Dalla versione 7 alle successive versioni CS, in Photoshop i metadati sono scritti in XMP. Questo si può verificare facilmente esportando i metadati separatamente dall’immagine (si può fare sempre dalla finestra File > File Info selezionando l’opzione Export): in questo modo si può vedere che questi vengono salvati in un file con estensione .xmp, mentre nelle versioni precedenti (quelle che usavano il vecchio Image Resource Block) l’estensione sarebbe stata .ffo.

IPTC Core

Oltre al modo di registrare i metadati, in seguito Adobe ha aggiornato anche i metadati stessi, cambiando e riorganizzando i campi da compilare. Questo nuovo blocco di metadati, scritto in XMP, è stato rilasciato nel 2001 e si chiama IPTC Core.Ma i vecchi campi non sono stati eliminati dal programma. Per assicurare la compatibilità alle immagini catalogate con il sistema precedente, dalla versione 7 in poi di Photoshop, nel pannello dell’Info file convivono i campi del vecchio sistema (l’IPTC IIM detto anche legacy perché “eredità” del passato) e quelli del nuovo sistema (IPTC Core). Molti dei vecchi campi coincidono con i nuovi o cambiano solo nome, altri ne sono stati aggiunti.In ogni caso i metadati memorizzati in altri formati – non solo IPTC (IIM) ma anche, ad esempio, Exif, GPS e TIFF – in Photoshop vengono sincronizzati e descritti con lo standard XMP in modo da poter essere visualizzati e gestiti più facilmente nelle applicazioni Adobe.Le informazioni inserite nei campi IPTC Core e scritte in XMP possono essere memorizzate all’interno dei file JPEG, TIFF, PSD, PDF, DNG , o in un file separato rispetto a quello dell’immagine (sidecar file) per i file RAW proprietari.Le specifiche di IPTC Core Schema per XMP versione 1.0 e una guida per la compilazione sono state rilasciate, in accordo con IPTC, nel 2005.Per IPTC Core Schema 1.1, il Metadata Working Group, insieme a IPTC, ha anche cercato di rispettare e di confrontarsi con gli standard preesistenti. Per questo motivo non si è occupato dei metadati tecnici, per i quali il formato prevalente e consolidato in tutte le case produttrici di fotocamere è già Exif.
La versione 1.2 è uscita nel giugno 2014.L’attuale schema di IPTC Core dispone di cinque campi interoperabili (interscambiabili) con Dublin Core (Title, Subject/Keywords, Creator, Rights/Copyright Notice, Description).

IPTC Extension

La versione 1.1 di IPTC Core – con l’aggiunta di un nuovo gruppo di campi detto IPTC Extension 1.0 – è stata rilasciata nel giugno 2008.
Per queste specifiche rivolte alle industrie produttrici di apparecchi digitali, IPTC ha collaborato non con la sola Adobe, ma con il Metatada Working Group: un consorzio di grandi aziende che comprende la stessa Adobe, Apple, Canon, Microsoft, Nokia e Sony che si sono accordate per usare standard comuni nella gestione dei metadati. Segno questo di quanto sia necessario e più importante della stessa concorrenza poter conservare i metadati nei vari passaggi del flusso di lavoro digitale, cioè dallo scatto o dalla scansione, alla trasmissione, alla stampa, anche usando prodotti (macchine fotografiche, scanner, computer, stampanti ecc.) di marche diverse.

 

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