Attenti agli #hashtag!

In un interessante articolo su Art+Marketing, Samuel Zeller spiega perché sia inutile descrivere con gli hashtag più popolari le immagini che si caricano su social come Instagram.

Aggiungere il maggior numero possibile di hashtag tra i più usati potrebbe sembrare una buona idea. Esistono anche siti specializzati che forniscono liste da copiare e incollare per veder lievitare like e followers, scrive Zeller. Ma in realtà così facendo non si ottengono grandi risultati, come ha verificato lui stesso con un piccolo esperimento.

Immaginando di dover pubblicizzare un canile, ha pubblicato la foto di un cucciolo taggandola con gli hashtag più utilizzati come #love #dogs #puppy #cute #adorable e anche con un neologismo in voga, #instagood. Questo ha prodotto molti like e followers, ma non dei reali clienti.

E un conto è prendere un sacco di like, un altro fare del marketing efficace per riuscire a vendere dei prodotti (o a far adottare dei cagnolini!).

I tag molto popolari, infatti, generano un effetto spam: migliaia e a volte milioni di foto con quegli stessi hashtag vengono postate di continuo e un potenziale cliente che li usasse come chiave di ricerca si troverebbe davanti una quantità esorbitante di immagini.

Che fare allora? Zeller suggerisce di seguire una regola base: mettersi nei panni dei potenziali clienti. Quante persone che cercano un cane da adottare sarebbero disposte a sfogliare paginate e paginate di cani fino a raggiungere il nostro cucciolo?

Non molte, evidentemente, ma secondo lui una soluzione c’è e propone la sua ricetta: mettere 1/3 di tag popolari e 2/3 di tag specifici

Nell’esempio citato del canile, tag più specifici sono: #dogshelter, #shelterdog, #shelterpets, #savedogs, #doghealth, #adoptadog… insomma quei tag che si riferiscono più al concetto di canile che alla tenerezza che suscita il cucciolo, a cui puntano invece i tag popolari.

Così facendo si raggiunge un target più preciso. Nel nostro caso, le immagini dei cagnolini che pubblicizzano il canile avranno più probabilità di essere viste da persone che cercano cani da adottare, oltre che dalla sterminata platea di persone sensibili agli animali che li troverebbero semplicemente carini, adorabili ecc., senza per questo decidere di prendersene cura.

Come si fa a capire se un tag è tra i più popolari? Ricorrendo alla funzione di ricerca per hashtag di Instagram e guardando il numero di post che usano quell’hashtag. I tag specifici hanno tra i 20.000 e gli 80.000 post, quelli popolari ne hanno milioni.

Zeller aggiunge altri suggerimenti importanti come quello, alla base di ogni buona catalogazione, di non eccedere con i tag. Un altro consiglio che dà per un marketing efficace è quello di localizzare le proprie descrizioni, per esempio aggiungendo come tag il nome della città dove si esercita l’attività da pubblicizzare.

Un altro saggio consiglio che fornisce, sempre riguardo al marketing, è di non lasciarsi impressionare dal numero dei followers dei propri concorrenti. Non è il numero che conta, ma la qualità dei followers, cioè se sono dei potenziali clienti o no.

Ma vi consiglio di leggere l’articolo completo, dove troverete anche le immagini di esempio con i relativi hashtag.


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