Cancellare i metadati è un reato?

Due fotografi americani specializzati in immagini di architettura, Robert Stevens e Steven Vandel, hanno fatto causa alla CoreLogic, la maggiore azienda degli Stati Uniti nel campo delle consulenze immobiliari, perché ha cancellato i metadati dalle loro foto. 

I loro avvocati stanno cercando di avviare una class-action per difendere anche altri fotografi. L’azienda, infatti, avrebbe fatto lo stesso con milioni di altre immagini di edifici e abitazioni. In questo modo avrebbe reso più difficile la protezione del copyright e caricato le foto illegalmente nei suoi database, accessibili ai propri clienti a pagamento, senza chiedere nessuna autorizzazione ai fotografi per il loro utilizzo.

I due fotografi che hanno avviato la causa sostengono che CoreLogic avrebbe sistematicamente rimosso i metadati per la gestione del copyrigth (nome del fotografo, titolo dell’opera, proprietario delle fotografie, termini e condizioni per l’uso ecc.) violando la legge americana sul copyright (Digital Millennium Copyright Act).

Per ora la vertenza è in corso e l’azienda non commenta, ma gli avvocati dei fotografi,  dello studio legale Schneider Rothman Intellectual Property Group, sperano di ottenere una significativa vittoria contro la cancellazione abusiva dei metadati (stripping) e la violazione del copyright, che è sempre più diffusa in Internet.

[ Fonte: Andrea V. Brambila, CoreLogic’s use of listing photos prompts copyright lawsuit, InmanNews.com ]

Dunque, almeno per quanto riguarda i metadati che servono per proteggere il copyright (come per esempio il nome dell’autore) è sicuramente un reato modificarli o cancellarli. E non solo negli Stati Uniti…


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